Manifestazione nazionale di Nordic Walking


Il Nordic Walking
nella Conca degli Eroi e sulla Claudia Augusta Altinate. Lì, ove hanno calcato il passo, Attila Re degli Unni ed il tenente Rommel.

Campionato Italiano NordicWalking SPRINT (10km)
Centro Sportivo Italiano
Sabato 9 GIUGNO 2012
- ore 16 –
Campo di Alano di Piave (BL)

mercoledì 12 giugno 2013

Il Road Book...Il percorso visto e descritto da ArGo

Road Book Camponordic 2013

Campo, il col di Tessere , i Pecolet e la val del Calcino...Un giro romanzesco...


Fotografia di Settimo Rizzotto (un ringraziamento all'autore per la concessione)


La partenza  viene data dalla piazza di Campo , paesino nella conca del comune di Alano di Piave, noto per il museo della Grande Guerra e dell'Emigrazione, con la particolarita' di recare , nei sotterranei una minuziosa ricostruzione d'una galleria di miniera, com'erano a meta' novecento.
Dopo 150m si svolta a sinistra, nei pressi di un grande monumento, adornato di una bassa aiuola sempreverde, eretto a memoria dei periti in tempo di guerra. Un breve tratto asfaltato che dirige a sud, supera le ultime eleganti abitazioni e si immette in una tipica carrareccia di campagna, al cui vertice basso, recinti d'animali animano una piena ampia e quieta, interrotta da curve a gomito che disegnano un quadrato sino a raggiungere un sacello a Maria, la vergine dei cristiani.
Si segue la via inerbata, oltrepassando una vegetazione di piante selvatiche e grandi acacie dalla vasta bianca fioritura.
Ci si affaccia, a fine campagna, alla valle del Tegorzo, occultata sullo sfondo da cime alberate d'un boschetto valligiano che protegge ed adombra il fiume.
L'uscita dalla campagna immette con curva secca, a 45° sulla discesa asfaltata che , calando verso fondo valle supera l'incrocio detto "del Fol", sino a raggiungere Ponte Scandiuzzi che, superato, fa deviare il passo a destra, per una strada sterrata boschiva, che affianca il torrente Calcino.
Si e' in breve a guadare il fiumiciattolo, saltando di sasso in sasso sul bianco greto alluvionale, candeggiato dalla forza delle acque nell'autunno passato.
Pochi passi a risalir la rupe sull'altro argine e presto si cammina in uno tratto dai cambi di direzione nervosi, in un sottobosco brullo.
La radura aperta arriva ben presto e si e' su di un sentiero che dapprima lambisce e poi si affaccia su un sito geologico di valenza mondiale, con caratteristiche del sottosuolo, antiche di 40 milioni di anni e una valle stretta sulle cui pareti, il terreno assume una colorazione  grigio fumo.
La prima ascesa impegnativa arriva nei pressi del camposanto ed e' lunga una cinquantina di metri al 15% di pendenza.
Un tratto asfaltato , adombrato da alberi adorni di fogliame color vinaccia , anticipa l'uscita sulla strada comunale ed una breve discesa che in prossimita' del ponte e' bruscamente interrotta dalla risalita su sentiero tortuoso, a gomito , rispetto alla direzione lasciata. Una ventina di metri in tutto, in un sottobosco fresco che "gigioneggia"curveggiando sull'antica strada Colmirano-Campo, sino a camminare in groppa allo scollinante ponte medievale.
Lo stadio attraversato, riporta alla comunale di asburgica tracciatura che sale per duecento metri prima di deviare, a destra , mirando all'arco di porticato che immettera' nella piazzetta pedonale di Colmirano.
Al centro dell'acciotolato circolare, la fontana coi putti, un dei quali menomato, invita a proseguir diritti, ma sulla sinistra e' ben visibile il porticato antico della servitu' dei conti Loschi, che reca data 1700.
Un tratto asfaltato all'apparenza monotono, si affaccia sulla val del Fornisel e traguarda i colli alanesi e del primo Grappa, con il Piz che domina. Dio non voglia che sia coperto il Piz o piovera'.
Al secondo incrocio si svolta a sinistra , alla madonnina in legno e al crocevia immediatamente dopo breve discesa, si imbocca la via asfaltata e stretta piu' a destra, che sale il Col di Tessere, zigzagante e spavaldo per due tornanti, sino al terzo che invece invitera' a risalire il prato.
Alberi d'alto fusto circondano una pozza per la raccolta piovana che , lasciata a sinistra, sara' linea di demarcamento tra falso piano e nuova ascesa, lungo i prati dei possedimenti Collavo.
Un prato verde, rigoglioso e vivace e' tracciato con una via tra l'erba, larga quanto basti a camminare da soli comodamente.
Una stradina tra le pieghe del colle, passa sotto alberi di noce e carpino giovane e rapidamente conquista il castagneto immenso, che la via stretta , tra le erbe, tagliera' a meta'.
Si esce sulla cima dei terreni Collavo e svoltando a destra si cammina su strada erbosa che e' una terrazza sulla valle sottostante ed un palco aperto ai monti prealpini del trevigiano.
Una miriade di fiori selvatici forma due ali parallele che accompagnano poeticamente alla "casetta rossa delle storie"...
Il ristoro anticipa la salita, a sinistra, su strada cementata, verso il Col dei Pecolet.
Quei panorami, o il quadro naturale appena ammirato, pareva essere la fine anche della salita...ed invece no.
La rampa ai Pecolet e' lunga, o corta a seconda dell'interpretazione, circa duecento metri pendenti. Non e' da sottovalutare l'aspetto ristoro che non era posto ai suoi piedi, a caso.
Cinque minuti verso la montagna e poi una svolta a destra. Vuoi la fatica, vuoi l'aprirsi di una nuova meraviglia visiva, parra' d'essere in Paradiso.
Un viale carrabile , con traccia di cemento ai lati ruota ed erbetta nel mezzo, scende dal colle attraverso un fondo coltivato e tipiche casette di montagna, immersi in una quiete rara , fatta del canto degli uccellini e del profumo dei fiori odorosi e d'ortaggi di fresco crescere.
Una casa colonica a sassi immette in un vigneto, al cui vertice alto vi e' un piccolo laghetto, circoscritto con pietre di tufo, con a pelo d'acqua fiorite ninfee.
Si passa tra due filari di vite e si devia presto a sinistra, in diagonale sul prato in discesa e sul fianco d'ûn grosso noce ci si immerge per una strada boschiva, dal fondo volutamente lasciato allo stato naturale, per far da rallentatore ad un passo che rischierebbe di divenir corsa o di trasformarsi in trappola per scivolatori a dorso di fanghiglia...
Qualche minuto e si e' all'asfalto , alla vecchia cava rossa di Balzan. Si prende a destra e si segue la comunale stretta, infilandosi presto nella borgata campagnola, da dove la strada si allarga e scende progressiva, dopo qualche centinaio di metri pianeggianti e comodi.
Si e' presto a vista della madonnina in legno , gia' vista prima dell'ascesa al col di Tessere. Qui' il percorso sfiora se stesso, tra andata e ritorno, ma non si incrocia, giacche' si entra a sinistra sul cortile privato di case Carelle che, attraversato, rigetta a destra il cammino, lungo la campagna di Uson, paesello presto incontrato al bivio che si prende a sinistra.
Cento metri tra le case e poi si svolta ancora a sinistra , alla fine dell'asfalto, inserendosi in un tunnel naturale di piante di nocciolo, edere e felci, accompagnati da una brezza piu' fresca che esce dalla valle in cui si va ad avventurarsi.
Una discesa breve, ricurva, corparsa di sassi, in fondo alla quale deviare dolcemente dalla via maestra ad un antro erboso, ripulito, sulla destra.
Altro arco, fatto d'arbusti artisti e fantasiosi, tra giochi d'ombra e luce di sol riflesso tra le foglie, prima di giungere al guado, se Dio vorra' in secca o se a Giove Pluvio utile qual grondaia in valle, da attraversar sul dorso di massi preparati con manuale cura e potenza di braccia, a passerella nel greto, da tracciatori autoctoni del posto.
L'altra sponda e' in entrata in un boschetto, ove un sentiero inbocca la salita ad esse sulla sinistra e poi a destra, fino a riemergere in un immenso  prato, che rapido conduce ad una stradina che salira' pochi metri ed alla prossimita' d'un albero cespuglioso lascera' di nuovo spazio alla via inerbata, a gomito sulla sinistra.
Qualche decina di metri in piano fino ad attraversare un agglomerato arbusteo, seguendo il sentiero sfalciato di fresco, in un contesto naturale tipicamente valligiano,
tra erbe alte , cespugli morbidi o spinosi, lambiti dalla via, che presto aggira un ceppo di rovi e scende a sinistra entrando nel boschetto che fa da cinfine controcorrente, sul lato est della valle torrentizia.
Un sentiero nervoso, divertente e fresco, avvicina progressivamente un rumore, anzi il suono d'una cascata d'acqua. siamo al Boion, laddove il Calcino fa un salto che l'alluvione ha ridotto a piccolo balzo, dai quattro metri , all'altezza d'uomo attuale.

seguendo il bordo del torrente , lungo una strada che traguarda il devasto novembrino, ci si arrampica letteralmente ad una ultima, breve, quanto intensa salita che s'addolcisce all'unico tornante , dov'e' eretta una casupola vecchia ma fascinosa...e poi su, ad incontrar la strada che scende da San Daniele, da percorrer verso sud , lungo la miniera di pietra dolomia, dismessa a meta' 900. Ancora strada sterrata, ombra, fresco e poi l'asfalto piu' a monte di tutta Campo. Si va avanti...ma dove? Da qui' in poi, per voi lettori in cammino, o sara' presenza o restera' curiosita', o ancora fantasia...

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